Lasciamo l’auto alla meravigliosa malga Canali, ( ottimi pranzi e cene tradizionali ) verso le 08:00 , la giornata si preannuncia buona anche se qualche nuvolone ci farà sempre compagnia. Dalla malga prendiamo il sentiero Tonadico Cimerlo, che ci porterà dopo circa 20 minuti al bivio sul sentiero 709 quello che sale al Pradidali.
Saliamo senza strafare in circa 2 orette al Rifugio, …sono circa le 10:00, ci dirigiamo poi verso ovest al bivio che segnala la via ferrata Porton, e scendiamo un ripido canale abbastanza insidioso… e qui arriva la prima sorpresa di giornata…il canale è ancora pieno di neve compattata, proviamo a oltrepassarlo ma la diffidenza ci fa tornare indietro…siamo interdetti…dobbiamo passare il canale per arrivare all’attacco della ferrata ma per di qua risulta troppo rischioso senza ramponi o picca…allora decidiamo assieme di scendere il pendio detritico e traversare lo scivolo più in basso dove pendenza e neve non dovrebbero creare problemi. Fortunatamente abbiamo ragione..sotto si passa agevolmente e in poco più di 15 minuti siamo all’attacco della ferrata.
La prima parte della ferrata del Porton la mangiamo letteralmente quasi di corsa e non è da poco se consideriamo come si sviluppa…quasi interamente in verticale, su scalette e pioli talvolta aggettanti a strapiombo. La ferrata parte subito scavalcando un salto importante e poi prosegue senza tregua fino ad un traverso…chi sente le vertigini..ecco..LA EVITI…
Arrivati al traverso del primo pezzo rimaniamo a contemplare per qualche secondo il panorama, anche se il tempo non mi convince…la Cima Canali è sempre guardiana alle nostre spalle, noi proseguiamo verso un canalone imponente , dove una grande quantità di detriti si è depositata nel tempo…dopo un tratto in discesa ( non banale ) proseguiamo nuovamente in salita ( in questo punto slegati ) al centro del canalone in direzione del sentiero che lo sale e lo taglia a zig zag ) sono 200 metri difficili, che dopo circa 30 minuti ci portano nei pressi degli ultimi salti attrezzati .
Molte cordate si avvicendano sullo spigolo del Velo ( ne conto circa 4 ) e alcuni climbers sono alle prese sugli ultimi tiri della Messner sempre sulla Cima della Madonna….vie storiche che magari un giorno……..
Ci dirigiamo quindi verso la forcella erbosa tra la cima Val di Roda e la Cima di ball, il sentiero sale molto irto e cominciamo a sentire la stanchezza…arrivati alla forcella, si scorge anche San Martino e il Latemar in lontananza…dopodiché proseguiamo verso la forcella di Stephen, punto più alto del giro…salendo in diagonale sotto la cima di Ball, qualche tratto attrezzato ci porta ad una rampa di roccia con passi di I e II.
Questo tratto ci fa veramente sudare 7 camicie, siamo oramai stanchi ma teniamo duro…dopo circa 45 minuti siamo alla forcella…che, come uno spartiacque è la confluenza di creste e cime , uno spettacolo incantevole…chiaramente nessuno nei paraggi, solo vento , nuvole e roccia….siamo sbalorditi…a mio modesto parere uno dei luoghi più belli e selvaggi delle Pale..la stanchezza anche se per qualche minuto solamente, svanisce come le nuvole alzate dalle correnti ascensionali…
rimaniamo in contemplazione qualche minuto…e poi si comincia la lunga e tecnica discesa verso il passo di Ball…prima su canalone detritico e poi cominciando la via ferrata Gusella, che con alcuni infidi salti in discesa, spesso su placche lisce e con pochi appoggi per i piedi conduce al passo…
purtroppo la qualità delle foto ( HO SCATTATO CON UNA COMPATTA CANON ) non è eccelsa ma ben fa capire i fantastici panorami e l’impressionante imponenza di questi luoghi…per il resto c’è solo una cosa da fare..andarci di persona !!!!