Primi anni 90… con la famiglia percorro il semplice quanto splendido sentiero che dal Passo Pordoi arriva al rifugio Viel del Pan…la cornice paesaggistica è sublime…questo balcone con vista su quasi tutti i più importanti massicci delle dolomiti è una vera gioia per gli occhi…ma c’è una montagna che cattura la mia attenzione più di tutte le altre, vuoi per la sua altezza, per la sua dolce forma slanciata verso il cielo…per il suo “mantello” bianco che la ricopre…è logicamente la Marmolada…la vetta più alta delle Dolomiti…la regina…ricordo che in quegli anni in pieno luglio vacanziero si notavano nitidamente le linee di discesa degli sci alpinisti…Quante cose sono cambiate in quasi 30 anni…la montagna in generale soffre il cambiamento climatico, il caldo ormai opprimente che ci soffoca nelle nostre città di pianura, distrugge l’ecosistema glaciale delle alte quote…tutte le cime ne soffrono…ma quelle più basse di quota soffrono maggiormente lo zero termico ormai fuori controllo…la Marmolada è tra quelle cime che, a malincuore, subirà un drastico e inesorabile scioglimento del suo ghiacciaio, ormai ha gli anni contati , è solo questione di tempo…purtroppo…Quest’anno quindi sentivo che era giunto il momento di scalarla….finalmente…se non altro per poter dire di averla salita con il ghiacciaio sotto ai piedi 🙁 ( si purtroppo siamo arrivati a questo punto !! )
Con il passare degli anni il pensiero di salirla rimaneva latente nei miei progetti “alpinistici”, in gioventù ero più propenso a scalare su roccia e fare vie ferrate , poi cronologicamente arrivò la fotografia e la passione delle albe e dei tramonti…solo negli ultimi anni dopo un’uscita in alta montagna sul monte Rosa ( trovate l’articolo nel sito ) che mi regalò anche l’opportunità di salire in cima ai miei primi 4000, accese una fiammella di passione per il ghiaccio e l’alta quota…ok d’accordo i 3343 metri di Punta Penia non sono propriamente ” alta quota” ma è anche vero che queste condizioni che “simulano” le grandi montagne delle Alpi sono uniche nel loro genere…La Marmolada infatti è una cima relativamente facile e propedeutica per chi vuole cimentarsi per la prima volta in questo ambiente non esente da pericoli , l’itinerario offre una ventaglio di situazioni diverse da affrontare …dal semplice trekking di avvicinamento , al ghiacciaio ( da affrontare rigorosamente in cordata) ad una sezione più tecnica aiutata dai cavi metallici su una rampa di roccette friabili e per ultima una bella cresta sopra alla fatidica quota 3000 che consente di raggiungere la croce di vetta e godere di un panorama ineguagliabile…
Dopo la richiesta da parte di Giacomo e Gabriele di fare un bel giro assieme le settimane prima del fatidico giorno propongo loro di salire a Punta Penia, loro sono entusiasti dell’idea fin da subito, quindi non ci resta che fare un pò di pratica di progressione in cordata e fare un semplice ripasso di manovre di sicurezza e nodi vari…anche se facile come ascensione non si può di certo prendere sotto gamba ( come qualsiasi salita del resto ) …
Decidiamo di partire sabato pomeriggio, di dormire in auto al Passo Fedaia e salire la domenica mattina alzandoci di buon ora…la meteo per domenica dovrebbe essere accettabile…non limpidissima ma comunque sufficientemente serena per consentire una salita tranquilla…
Sono le 18:00 quanto siamo al Fedaia carichi di buone speranze e dopo una cena frugale decidiamo di coricarci per riposare in vista della salita..la sveglia viene fissata per le 04:00 di mattina…sogni, ansie, gioie e paure lasciano spazio al riposo prima della grande ascensione…
Domenica mattina, dopo una veloce colazione imbocchiamo il sentiero che sale dal passo al rifugio Pian dei Fiacconi , ( purtroppo distrutto da una valanga lo scorso inverno ) il sentiero sale deciso ma regolare affiancando delle belle pareti di roccia sulla destra e segue poi un pendio naturale che consente di arrivare ai “resti” del rifugio…Siamo carichi di energie e questa parte di salita vola via veloce…dietro a noi notiamo parecchie persone che ci stanno seguendo…tutte dirette alla stessa meta…
Poco dopo aver costeggiato il rifugio ci dirigiamo sempre in salita verso il ghiacciaio ancora ben coperto di neve invernale…dopo circa mezzoretta concordiamo sia arrivato il momento giusto per legarci in cordata… ( all’altezza della serraccata terminale di ghiaccio vivo ) …
Dopo esserci imbragati e legati cominciamo la salita vera e propria alla cima…saliamo dapprima una rampa molto inclinata seguendo la traccia nella neve…dopodiché la rampa spiana, siamo sul catino superiore della montagna e con un paio di zig-zag saliamo di quota repentinamente…
La giornata purtroppo per noi è uggiosa…una gran foschia copre la maggior parte del panorama , questa meteo ha comunque i suoi vantaggi…il sole infatti fatica a scaldare l’ambiente e fortunatamente il ghiacciaio si mantiene in temperatura e i ramponi fanno buona presa…proseguiamo la salita in direzione del traverso terminale prima della fascia rocciosa aiutata dai cavi metallici…
dopo aver atteso la discesa di un paio di cordate attacchiamo subito la parte rocciosa che porta alla cosiddetta “schiena del Mul” , una bellissima e aerea cresta..la quota comincia a farsi sentire , siamo a quota 3150 metri e il fiato corto e il cuore che batte forte costringono a qualche sosta in più…la cresta prosegue in direzione della Capanna Punta Penia…il rifugio gestito da Carlo Budel ( storico gestore del rifugio )…Seguiamo la traccia e deviamo verso la croce di vetta …finalmente…
All’arrivo in cima una forte emozione mi pervade…finalmente la Marmolada è stata salita…un altro obiettivo raggiunto , in compagnia di Giacomo e Gabriele alla loro prima esperienza di alta montagna e ghiaccio…non potrei desiderare di meglio…un sogno…
Dopo le foto di rito , ci riportiamo al rifugio dove ci aspetta una bella fetta di dolce…qualche parola cordiale con Carlo ( il gestore ) qualche foto del panorama…dopodiché , passati circa 20 minuti decidiamo che è ora di scendere a valle…ricomponiamo la cordata e pian piano affrontiamo i passaggi delicati effettuati in salita…Unica parte un pò caotica è la discesa sulle roccette…infatti con il passare della giornata si è formato un vero e proprio ingorgo ( tra cordate che salgono e che scendono ) che solo chi ha buona pazienza può affrontare…
La discesa fila liscia…il sole del pomeriggio finalmente è uscito e con lui le condizioni del ghiacciaio sono peggiorate e non di poco…mi lascia perplesso vedere parecchie cordate impegnate nella salita a questa ora tarda…ma tantè…noi per conto nostro cerchiamo di scendere il più velocemente possibile e metterci in sicurezza…arriviamo all’auto verso le 12:00 stanchi il giusto ma molto appagati della gita…
Qualche consiglio sulla gita :
alle prossime uscite :
A N D R E A