Finalmente il Col di Lana! scrivo finalmente in quanto erano anni che volevo raggiungerne questa famosa cima, l’occasione per un pomeriggio libero ci ha regalato un bellissimo tramonto da questa piccola ma spettacolare montagna, in mezzo alle cime dolomitiche più famose.
Ci sono innumerevoli vie di accesso alla vetta, noi siamo saliti dal soleggiato versante sud, ma anche a nord è collegato da un sentiero al monte Sief, sebbene più delicato ed esposto. Di importante valenza storica per via delle battaglie combattute durante la grande guerra, come quasi tutte le cime attorno, è da segnalare l’importate accadimento bellico per cui le truppe italiane fecero “brillare” una mina che squarciò la vetta deformandola per sempre e causando la morte di un numero imprecisato di austriaci, la storia ben documentata si può leggere a questo link . A parte i cenni storici come dicevo questa piccola montagna è eccezionalmente panoramica, una cima quasi insignificante se la si osserva da altri punti ma proprio per la sua centralità offre uno spettacolo paesaggistico assoluto…non un ostacolo attorno a te e tutti ( o quasi ) i 3000 davanti ai tuoi occhi…davvero splendida.
Noi partiamo dal paesino di Agai poco sopra Livinallongo , è un paesino formato da poche case, e un mini parcheggio, che conduce subito al sentiero. Cominciamo la nostra escursione alle 14:30 , speriamo di trovare la traccia battuta sulla neve, speranza poi rivelatasi vana…(mi toccherà far traccia con Giovanni al seguito a darmi il cambio ).
Non pensavamo infatti di trovare tutta questa neve, invece siamo meravigliati , ci saranno circa 20 cm. poco dopo la partenza, e di gente nemmeno l’ombra…dopotutto siamo fuori stagione, è metà novembre e di certo i “merenderos” non ci sono…meglio così! ( il silenzio è tale che scorgiamo un branco di caprioli che al solo vederci scappa di gran lena…sempre emozionanti certi incontri ). I colori dell’autunno comunque sono una meraviglia per gli occhi…il bosco, le rocce , la neve ed il cielo…poker d’assi mi verrebbe da dire…speciale…
La salita si può dividere in due pezzi ben distinti, il primo che porta al cosiddetto cappello di Napoleone, un’anticima più bassa, e la seconda parte che con una ripida rampa a zig-zag ti consegna direttamente alla fine delle difficoltà, dove si trova il bivacco Brigata Alpina , la croce di vetta e una splendida chiesetta a ricordo dei caduti…
Il dislivello non è esagerato circa 650 metri di salita in poco più di un’ora e mezza solitamente ti ritrovi in prossimità della croce di vetta, ma noi non avevamo preso in considerazione la neve che ci rallenta non poco. Dopo la prima parte che attraversa un rado bosco costeggiando delle baite, proseguiamo in salita verso il cappello di Napoleone dove incontriamo una coppia di escursionisti…in tutta franchezza ci dicono che non se la sentono di salire a causa della troppa neve…
“urca, pensiamo… siamo messi mica tanto bene se anche loro hanno desistito”…ma non ci lasciamo scoraggiare , vogliamo dare un occhio di persona…effettivamente arrivati al cappello di Napoleone la neve è copiosa…in alcuni punti fino a mezzo metro e qualche passo falso mi fa sprofondare addirittura fino alla cintola…allora cambio strategia, devio dal sentiero ufficiale e sto sulla cresta spazzata dal vento gelido ma almeno parzialmente libera dalla neve…è sicuramente una salita più faticosa perché non offre mai un momento di riposo per le gambe ma l’alternativa sarebbe la ritirata.
A metà della cresta valutiamo assieme il da farsi e decidiamo di proseguire anche se qualche passo è bello esposto…sarà la scelta giusta, arriviamo al bivacco stanchi ma contenti, ci rifugiamo subito all’interno dove ci cambiamo completamente, ci mettiamo tutto quel che di più caldo abbiamo in zaino e usciamo a gustarci le ultime luci del giorno.
Come sempre le luci colorano via via le cime in una danza che ogni volta ti fa comparire quel maledetto sorriso in volto…anche se, come in questo caso, ci sono -5 gradi e un vento gelido che rende tutto…diciamo…frizzante !
L’idea sarebbe quella di rimanere in cima anche per qualche foto notturna alle stelle, ma capiamo subito che sarà dura…il freddo è pungente e anche dopo aver assistito alle ultime luci ed esserci nuovamente riparati all’interno del bivacco decidiamo di scendere, siamo affaticati dalla difficile salita e sicuramente ci sarebbe da aspettare una buona ora prima di scorgere qualche stella…siamo convinti che non ne valga la pena…sistemato nello zaino il materiale fotografico ripartiamo che è quasi completamente buio alla luce delle luci frontali…
La discesa si rivelerà molto più veloce , seguiamo le nostre tracce senza una sosta e in meno di un ora siamo nuovamente al parcheggio…è stata comunque, come sempre una bellissima esperienza e un nuovo tramonto vissuto nelle terre alte…
alle prossime uscite
A N D R E A