Le Dolomiti Friulane sono rinomate per la loro selvaggia natura, da sempre l’asprezza di queste valli e la complessità geomorfologica del territorio non hanno consentito all’uomo di “civilizzare” troppo questo ambiente splendido. Pochi i rifugi e pochi bivacchi ne fanno una meta ideale per passare un a giornata tranquilla , senza la “ressa” dei luoghi più inflazionati che distano in ogni caso pochi chilometri. E’ forse questa la caratteristica più affascinante..il fatto che non serva fare molta strada per tornare a saggiare una natura autentica e solitaria…Oggi sarà in mia compagnia Gabriele, che oltre ad essere mio cognato è un ultra-runner…andiamo bene…:)
E’ una calda giornata di agosto e l’idea è quella di intraprendere una gita dai connotati ben chiari…RAPIDITA’, LEGGEREZZA ( a scapito di qualità fotografica non eccezionale ) E DISLIVELLO sono gli ingredienti per cuocere a dovere le nostre gambe e come sperimenteremo di li a poco questo ambiente si rivelerà ideale per realizzare la nostra ricetta.
L’idea è quella di salire al Bivacco Perugini, splendido nido d’aquila al cospetto del famoso Campanile di Val Montanaja , una delle guglie più iconiche delle dolomiti, per poi proseguire la gita valicando la forcella omonima e completare il giro ad anello facendo visita ad un altro bivacco , il Marchi/Granzotto. Già dallo studio della cartina e dell’altimetria notiamo che il dislivello ( solo positivo) si attesterà sui 1700 metri, quindi siamo ben consci della difficoltà della giornata , speriamo però che almeno parte della fatica sia alleviata dalla magnificenza di questi luoghi.
Partiamo dal parcheggio del Rifugio Pordenone dopo aver percorso in auto la “sterrata” che percorre quasi tutta la val Cimoliana ( Pedaggio all’ingresso della valle ) e dopo una rapida visita del rifugio imbocchiamo il sentiero 353 che si inerpica sulla stretta valle che, guadagnando velocemente quota, ci lascia intravvedere la splendida forma del campanile di Val Montanaja…dopo un’ora circa siamo nei pressi del Bivacco Perugini…in un anfiteatro che magico è dir poco…il campanile nel centro…la Croda Cimoliana a fargli da scudo a est…e tutto intorno un susseguirsi di cime e pinnacoli dalle forme bizzarre e spettacolari..un luogo magico ! vedere per credere
Dopo una breve sosta seguiamo in direzione nord le tracce di sentiero che tagliano faticosamente il ghiaione verso la forcella Montanaia che raggiungiamo dopo circa mezzora…fin qui il dislivello è di circa 1100 metri…
Dalla forcella scendiamo il versante opposto…anche se è segnato come sentiero bisogna fare molta attenzione in quanto si svolge tutto su ghiaione friabile e a tratti pericoloso…soprattutto se qualcuno dal basso sta salendo…capita infatti che involontariamente stacchiamo qualche sasso che scende di qualche decina di metri…per una buona mezzora rimaniamo concentrati al massimo per evitare di incorrere in qualche spiacevole imprevisto…e finalmente ritorniamo al sole della Val d’Arade sostando su un grande masso in vista del Pelmo e dell’ Antelao sullo sfondo.
Oramai sono le 10 e in poco più di due ore di cammino le persone incontrate sono 4…a metà agosto…non oso immaginare la solitudine di questi luoghi quando li si frequenta “fuori stagione” 🙂 Dopo questa piccola pausa riprendiamo il cammino in salita sul sentiero 342 che sale sempre al sole verso la spettacolare Forcella Monfalcon di Forni…un valico estremamente panoramico che consente di portarsi verso il versante dove sorge il Bivacco Marchi Granzotto. Seguendo il sentiero in poco meno di mezzoretta siamo al nuovo Bivacco dopo aver “toccato” velocemente la forcella de “las Busas” , ci meritiamo una nuova pausa prima di ricominciare a salire verso la forcella del Leone…devo dirlo…i luoghi sono estremamente affascinanti…ma non nego che sono letteralmente cotto…sono le 11:00…
Al valicare dell’ultima forcella le gambe rispondono lentamente agli stimoli…Gabriele invece è arzillo come un capretto…maledetta gioventù…beato lui 🙂 Seguiamo il segnavia 349 che in discesa ci fa guadagnare la val Monfalcon di Cimoliana…seguiamo sempre il sentiero fino ad arrivare al bosco che poi dopo aver tagliato in diagonale verso ovest ci consente di arrivare nuovamente al rif. Pordenone.
Ci aspetta, finalmente un eccellente pranzo casalingo, che crogiolandoci al sole ci rinfranca non poco..siamo appagati e contenti della splendida gita appena vissuta
alle prossime
A N D R E A